Vojcan Lazarevitch / Susanne Husson
Vojcan Lazarevitch violino - Susanne Husson piano
VOJCAN LAZAREVITCH - violino
SUSANNE HUSSON – piano
Marco Renzi - Conductor
1. ITALIAN MEDLEY N°2 7.53
(arr. Marco Renzi)
2. CARLO ALBERTO ROSSI MEDLEY 8.08
(arr. Marco Renzi)
3. BRUNO MARTINO SUITE 8.55
(arr. V.A. Morra)
4. KRAMER MEDLEY 4.06
(arr. Marco Renzi)
5. STOCCOLMA MALINCONICA 4.21
(MELANCHOLY STOCKHOLM)
Composer: Buddy De Franco, ASCAP
Arr. Rob Pronk
6. D’ANZI MEDLEY 4.09
(arr. Marco Renzi)
7. SENZA FINE 8.03
(Paoli) arr. V.A. Morra
8. ITALIAN MEDLEY N°3 7.55
(arr. Marco Renzi)
Total time 54.29
Registrare una Big Band jazz non è una esperienza facile da raccontare. Il tutto si complica poi se pretendo (come ho voluto fare anche in questa occasione) di appropriarmi dell’anima dell’interpretazione, di ricercare non solo i timbri, i colori e le dimensioni dell’orchestra, ma anche il tocco delle dita che spinge i tasti della tromba, il risuonare delle pelli toccate dalle bacchette, il movimento dell’aria spostata dal clarinettista in piedi per l’assolo... il tutto in un ideale contenitore acustico: il Teatro Comunale di Atri, ridente cittadina abruzzese. Insomma, l’impegno fisico del suonare unito alla passione della perfezione esecutiva in un “natural sound” sempre più esoterico. Il jazz è di per sé emozione pura, fatta di brividi caldi di contrabbasso, di sferzate di ottoni, di sussurri di spazzole su piatti e charleston, di tuoni di grancassa e suonini di campanelli. Passione, sudore, vigore, gioia ed entusiasmo, fusi nel fare musica insieme in un unica armonia, scolpiscono in questa incisione le molte – e piacevoli – giornate trascorse ad Atri in compagnia di una band, fatta prima di tutto da amici gentili ed ospitali, diretti da un musicista di gran cuore Marco Renzi, che mi hanno dato l’anima, dannandosi per sempre ed hanno con me sottoscritto questo “patto di sound ed emozione” al quale solo con gli impianti hi-fi migliori i comuni mortali potranno ridare vita. Per questa grande occasione ho rispolverato, lucidando al meglio il suono, i mitici Neumann U 47 e U 49, quando alla fine li ho riposti sapevano ancora di zolfo. ...ah, dimenticavo: dopo aver ascoltato questa incisione in giro si maligna di avermi visto spuntare dalla scarpa sinistra uno zoccolo caprino, naturalmente sono tutte chiacchiere. Buon ascolto dal diabolicamente vostro. Ma attenti all’anima, audiophile naturalmente!
Dedico questa incisione al mio grande e grosso amico Marco Fontanelli (un omone come me), di musica jazz profondo conoscitore ed esigente ascoltatore.
[Giulio Cesare Ricci - Atri, 1995]
‘Italian Big Band è stata fondata nel 1993 da Marco Renzi, che ne è il direttore stabile. Riunisce professori dei più importanti conservatori e allinea il classico organico dell’orchestra jazz: sei trombe, cinque tromboni, cinque sax, pianoforte, chitarra, contrabbasso e batteria. Nel suo repertorio, molto vario e per molti versi inusuale, accosta autori di estrazione accademica, jazz e leggera, da Rota a Trovajoli, da D’Anzi a Kramer, da C.A. Rossi a Martino e Modugno, da G. Miller a C. Porter a Count Basie, come si vede, autori (e musiche) ben noti al grande pubblico, ma scelti con cura e affrontati con particolare rigore nei dettagli esecutivi, sia utilizzando arrangiamenti sia trascrivendo le partiture da incisioni storiche. Quella dell’Italian Big Band è in effetti una delicata operazione culturale il cui obiettivo primario è rivalutare e far conoscere la Big Band come organico dotato di una propria tradizione esecutiva, di una letteratura illustre, di capolavori. In Italia ciò non era ancora avvenuto, nonostante nel nostro paese siano attive diverse orchestre con analogo strumentario. Esse sono però utilizzate per eseguire produzione nuova, non per reillustrare la parte più duratura del repertorio storico. Nessuno, poi, si è posto l’obiettivo di mantenere viva la tradizione italiana della Big Band, che pure vanta pagine e autori memorabili. Proprio questo organico, con il suo peculiare impasto – l’assenza di archi, il predominio degli ottoni – consente inoltre di apprezzare tutte le qualità dei suoi componenti (virtuosismo solistico e d’assieme, capacità improvvisativa, duttilità interpretativa) e offre l’opportunità di ascoltare musica di alto livello qualitativo in esecuzioni assai gradevoli. Tutti i componenti dell’Italian Big Band vantano un alto grado di abilità tecnica e di esperienza nel genere sia in orchestra sia come solisti; alcuni provengono dalle disciolte orchestre RAI
L’orchestra ha partecipato più volte alla trasmissione “Seconda serata” su RAI UNO ed è stata prescelta dai dirigenti RAI per commemorare Ginger Rogers in un programma che ripercorreva i momenti musicali più significativi della grande artista scomparsa recentemente. L’Italian Big Band svolge un’intensa attività concertistica, in Italia e all’estero.
[Marcello Piras]
Scheda tecnica