TAXIDI - Fausto Mesolella - Guitar & Loop Pedal - CD GOLD
[CD GOLD 24k] TAXIDI - Fausto Mesolella - Guitar & Loop Pedal
Natural Sound Recording / HiFi Reference
Conceived, recorded and produced by Giulio Cesare Ricci
Recorded in Volterra (PI) at Teatro Persio Flacco, April 2012
Recording assistant Paola Liberato
Valve microphones: Neumann U47, U48, M49 Mike pre-amplifiers, cables ( line, digital, microphone, supply ): Signoricci
Recorded in stereo DSD on the Pyramix Recorder using dCS A/D and D/A converters
Photo by GattodeFigueroa PhotoArt
“Senza musica la vita sarebbe un errore” diceva Friedrich Wilhelm Nietzsche, tra i massimi filosofi di ogni tempo che influenzò il mondo culturale del ‘900. Questo pensiero filosofico è stato il leitmotiv de gliarchiensemble sin dalla loro nascita, avvenuta nel settembre di nove anni fa. Le collaborazioni con grandi solisti e direttori come Boris Belkin, Günter Neuhold e George Pehlivanian, hanno spinto l’ensemble ad esibirsi nelle più importanti e prestigiose sale da concerto del mondo. A questo itinerario artistico seguiranno iniziative di rilievo che concorreranno a dare prestigio a gliarchiensemble nel panorama internazionale della musica da camera. Tra queste, ci piace sottolineare l’importante e proficua collaborazione con l’ing. Giulio Cesare Ricci e la sua casa discografica fonè. Egli, infatti ci ha sostenuto con rara competenza durante la fase delicata dell’incisione audio nel corso della quale ha avuto la capacità di fotografare il nostro suono e dargli nello stesso istante quella naturalezza e forza che creerà nell’uditore la sensazione di ascoltare dal vivo. Merito, sicuramente, non solo degli esecutori ma anche dell’alta qualità raggiunta con l’utilizzo di moderne tecniche di registrazione disponibili su CD oro 24kt e SACD. Auguro a gliarchiensemble un futuro ricco di emozioni. [Domenico Marco]
Nel 1588 venne pubblicato da un canonico della cattedrale di Langres, Jehan Tabourot, un trattato sulla danza dal titolo “Traité Orchesographie”. Peter Warlock, compositore ma anche stimato musicologo e critico, nel 1927 ne trasse spunto e compose la sua celebre Capriol Suite in sei movimenti/danze che conservano un piacevole carattere nostalgico-agreste tipico anglosassone. La Basse-Danse d’apertura è maestosa e formata da tre melodie ripetute ma armonizzate e orchestrate ogni volta in modo diverso. La Pavane viene composta da Warlock seguendo le quattro parti vocali proposte nel trattato da Tabourot. Nel Tordion il compositore alleggerisce ogni ripetizione a tal punto che la musica quasi scompare. Bransles era una danza in forma di “girotondo” in cui Warlock utilizza ben cinque brani del trattato fino alla brillante e ritmica conclusione. Nel Pieds-en-l’air troviamo lo sviluppo di una meravigliosa frase ripetuta sempre con nuove armonie e con una tipica coda lenta e cadenzata nel finale. La danza conclusiva, Mattachins, ini- zia come una delle varianti dell’Air des Bouffons di Tabourot e prosegue priva di melodia con una serie di scontri discordanti e dissonanti tra le sezioni, derivati dal fatto che si trattava di una danza delle spade e quindi “rumorosa”. Chiara è comunque l’influenza di Bartòk che Warlock ben conosceva e ammirava. La Serenata op. 20 venne composta da Edward Elgar nel 1892 e deriva da tre pezzi per archi composti nel 1888 e andati perduti o distrutti. L’opera, anche se giovanile, presenta già le caratteristiche delle compo- sizioni più mature del compositore, ovvero un carattere spensierato ed espressivo che si alterna a momenti introspettivi e malinconici. L’Allegro piacevole è allo stesso tempo luminoso e ritmico con tratti nostalgici che danno al brano un gusto agrodolce. Nel Larghetto successivo viene fuori la vena melanconica che caratterizzerà i secondi movimenti delle sinfonie e dei concerti composti in seguito dall’autore. Si tratta di un torrente di melodie liriche e meditative che vanno avanti come le dolci ondulazioni del paesaggio inglese in cui Elgar visse. L’ Allegretto finale inizia in modo sommesso e ben presto ritorna al tema del primo movimento che viene elaborato fino alla conclusione del brano.Sembra difficile credere che sette anni dopo il completamento della Serenata un editore respinse l’opera con le parole: “Troviamo che questo tipo di musica sia praticamente invendibile”. Oggi la Serenata è una delle opere più amate ed eseguite di Elgar. La Serenata op. 6 venne composta da Josef Suk nel 1892 all’età di 18 anni durante il periodo di studio in Conservatorio a Praga con Anton Dvorak, suo futuro suocero. Anche se l’influenza di Dvorak e della sua Serenata op. 22 è considerevole, il talento e la personalità musicale di Suk sono comunque evidenti. L’ Andante con moto è lirico e allo stesso tempo scorrevole, ricordando antichi temi slavi. Nell’Allegro ma non troppo e quasi grazioso il ritmo di danza è quasi sincopato. Nell’Adagio prevale un’atmosfera di tranquillità e calma sin dall’inizio con il violoncello solo protagonista. Quest’atmosfera cambia bruscamente nel movimento conclusivo, Allegro giocoso, ma non troppo. Il carattere di questo tempo è effervescente ma placato nella parte centrale da sezioni accordali che portano al vivace finale. Pur essendo un esempio di composizione giovanile, la Serenata è certamente un bellissimo esempio di musica boema, tanto che, secondo le cronache del tempo, Brahms dopo averla ascoltata esclamò: “Dio, che bella!” [Marco Badami]
Scheda tecnica