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Konzert fur Violine und Orchester Nr.1 B-dur KV 207
1.
Allegro moderato  7'44"
2. Adagio  9'33"
3. 
Presto  5'47"

Konzert fur Violine und Orchester Nr.2 D-dur KV 211
4. 
Allegro moderato  8'57"
5. Andante  8'53"
6. Rondeau (Allegro)  4'52"

Konzert fur Violine und Orchester Nr.4 D-dur KV 218
7. Allegro  8'57"
8. Andante cantabile  8'00"
9. Rondeau (Andante grazioso – Allegro ma non troppo)  8'10"

Rondeau fur Violine und Orchester in C-dur KV 373 
10. Allegretto grazioso  5'52"

Kadenzen: S. Sciarrino

Total time 1h 16'45"

 

Conceived, mastered and produced by Giulio Cesare Ricci

Registrato alla Villa Contarini, Piazzola sul Brenta (PD) 
Data di registrazione 20-21 Febbraio 1990


Il master per il SACD è stato realizzato trasferendo il master analogico registrato con l'Ampex ATR 102, 2 tracce, ½ pollice, 30ips su Pyramix con convertitori dCS A/D e D/A.
La rimasterizzazione è stata effettuata da Giulio Cesare Ricci utilizzando il sistema Signoricci, che è completamente analogico e valvolare.

 

La peculiare e quasi estemporanea importanza del genere del concerto per violino nel catalogo della produzione musicale di Mozart è evidenziata dal limitatissimo spazio temporale in cui sono apparse le cinque più importanti composizioni di questo tipo (tutte nell’arco di un anno, il 1775). Non è facile comprendere il motivo di questa costrizione temporale, soprattutto se si considera che Mozart fu uno dei pochi grandi compositori in grado di suonare perfettamente il pianoforte e il violino; mentre la sua attività di pianista virtuoso rimase una costante per tutta la sua vita, quella di violinista concertista si concluse in modo brusco e inspiegabile dopo essere fiorita in modo così eclatante in quel 1775. Forse solo la psicoanalisi potrà far luce su questo peculiare aspetto della creatività di Mozart, a partire dall’indagine del complesso rapporto che il musicista ebbe con il padre Leopold, importante violinista e teorico, autore di un trattato fondamentale (Versuch einer grundlichen Violinschule – pubblicato guarda caso proprio nell’anno in cui nacque Wolfgang). Eppure la nozione di “complesso di inferiorità” sembrerebbe essere contraddetta da una celebre lettera di Leopoldo al figlio: riferendosi al recente successo di Wolfgang come violinista concertista in Germania, Leopold scrive: “Non mi sorprende affatto. Tu stesso non ti rendi conto di quanto suoni bene il violino”. Mozart utilizzò senza dubbio i cinque concerti per violino che compose nel 1775 (KV 207, 211, 216, 218 e 219) per la sua attività di solista nella sua città natale, Salisburgo. Solo in seguito queste opere entrarono a far parte del repertorio del violinista Gaetano Brunetti, che entrò alla corte del principe Colloredo come solista ufficiale. Questi concerti, che riflettono lo stile galante francese ma prendono anche in prestito dalla grande tradizione violinistica italiana, contengono alcune delle melodie più belle e ispirate di Mozart. La serie si apre con il breve concerto in si bemolle maggiore KV 207, completato il 14 aprile 1775; è in quest'opera che si può rilevare più chiaramente l'adesione del diciannovenne Mozart allo stile dei grandi maestri italiani (Tartini, Geminiani, Nardini, Locatelli...) con cui aveva familiarità, sia grazie al padre sia attraverso l'esperienza diretta della loro musica durante i viaggi che aveva fatto in Italia. Questo concerto appare ricco di idee ma piuttosto privo di equilibrio nei suoi sviluppi e generalmente non particolarmente coerente nell'architettura globale dei suoi tre movimenti. Su richiesta di Brunetti Mozart sostituì l'elaborato Presto finale con un Rondò più leggero completato un anno dopo. Il secondo Concerto, KV 211 in re maggiore, fu completato nel giugno 1775 ed è ancora una volta privo di contrasto e in nessun senso una composizione innovativa. Il movimento di apertura è un Allegro in cui il solista non fa altro che rispondere cortesemente al tema indicato dall'orchestra. L'Andante centrale è più aggraziato - in tutti questi concerti è nel movimento lento che risuona la voce dolce e melodica del genio - con un movimento che potrebbe richiamare alla mente una delicata aria teatrale. Il terzo movimento, Rondò, riflette il gusto francese ma non è altro che una piacevole elaborazione generica. Luca Chierici

 

ACCARDO23 - 056 Hi-Res Audio - Classic

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