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Salvatore Accardo - Astor Piazzolla - Le Grand Tango -...
[Hi-Res Audio] Salvatore Accardo - Astor Piazzolla - Le Grand Tango
Salvatore Accardo: violinista e direttore
Orchestra da Camera Italiana
ENSEMBLE VOCALE DI NAPOLI - Director: ANTONIO SPAGNOLO
Le musiche sacre presenti in questa registrazione esemplificano la singolare vitalità e qualità di compositori attivi a Napoli dalla metà del XVI secolo fino all' inizio del XVIII secolo: è la musica del vice regno spagnolo, di una grande cultura quasi "coloniale", ora in sintonia ora autonoma rispetto a quella della potenza dominante; cultura avvinta da mille connessioni determinanti, piuttosto, alle altre fenomenologie culturali della penisola italiana.
Alessandro Scarlatti (1660 - 1725)
Missa Pro Defunctis [25’40”]
1. Requiem introitus [05’06”]
2. Kyrie [01‘46”]
3. In memoria Aeterna graduale [02‘39”]
4. Domine JesuChristeoffertorium [06‘18”]
5. Sanctus [03‘13”]
6. Agnus dei [02‘52”]
7. Lux Aeternacommunio [03‘46”]
Pomponio Nenna (1550 - 1618)
8. In Monte Oliveti [03‘00”]
9. Caligaverunt [03‘20”]
Giovanni Maria Trabaci (ca. 1575 - 1647)
10. Cumjucunditate [03‘03”]
Gesualdo de Venosa (1560 - 1613)
11. Ave dulcissima Maria [03‘57”]
12. O vos omnes [03‘00”]
Giovanni Salvatore (an. Sec. XVII – ca. 1688)
13. Peccantem me quotidie [04‘10”]
Alessandro Scarlatti
14. Salve Regina [07‘28”]
Durata totale: [53’38”]
Napoli è una città che, in rapporto con le proprie capacità produttive, dalla cultura ai servizi, dai prodotti di consumo fino alle più sofisticate tecnologie, non possiede una cultura della comunicazione che riesca a cancellare i suoi stereotipi penetrando correttamente nei meccanismi dei mass-media utilizzandoli per una promozione di città moderna e proiettata in Europa. Come diceva Goethe è come restare "prigionieri fra Dio e Satana", combattuti tra la ricerca scientifica, la cultura, l'arte, la qualità della produzione e la perdizione della mondanità mass-mediologica. L'affermazione non effimera di una immagine positiva della città proposta da significative forze sociali e culturali trova nella Cgil un suo naturale interlocutore. La Camera del Lavoro, i lavoratori napoletani, sono da sempre impegnati, in prima linea, per affermare il diritto dei cittadini ad avere una città vivibile. Per questo motivo abbiamo realizzato CENTANNIPERILFUTURO, animato da una ricerca di vitalità tutta mediterranea. Pur nella modestia delle risorse disponibili, il progetto si propone come stimolo per la riscoperta delle nostre radici, delle nostre culture rielaborandole in funzione di un progetto che guardi al futuro, riaffidando a questa città il ruolo legittimo di agorà del nostro paese. Questa produzione discografica, frutto della collaborazione e del lavoro di giovani ma valenti artisti e ricercatori napoletani - che, tra l'altro, avvia una collana, un gentile "Homage" della Fonè a questa città - intende proseguire un intenso lavoro di conoscenza e valorizzazione del ricchissimo patrimonio ascrivibile ai figli di questa città diffondendo i più alti valori artistici e culturali in un nuovo processo finalizzato al rinnovamento di queste terre capace di autogenerarsi attraverso le forze migliori di questa Napoli, i suoi giovani, la sua storia e la sua cultura mediterranea ed europea. La domanda è: cosa significa per un sindacato come la Cgil, in un luogo come Napoli festeggiare i cento anni della Camera del Lavoro con la pubblicazione di musiche di compositori napoletani del '700 e dell"800 in due CD che verranno presentati in occasione della commemorazione del 6 gennaio 1994? La domanda è: perché un editore, conosciuto in gran parte del mondo come uno dei più raffinati "uomini della musica", produce queste due incisioni e rischia una posizione politica così chiara in un momento così oscuro? Bene: cominciamo dalla fine. La Fonè è un'etichetta ed uno stile che ho inventato, ha prodotto circa cento titoli nonché innumerevoli concerti e manifestazioni. Da sempre la Fonè ha lottato con la forza della qualità estrema contro lo strapotere delle multinazionali del disco che producono solo e sempre autori ed esecutori che hanno composto ed eseguono solo e sempre le stesse musiche. Soprattutto in questa occasione, una ricorrenza sindacale, perciò prettamente politica, il recupero della ricchezza culturale di Napoli significa aprire orecchie e cervelli ad un movimento che vuole riportare a tutti l'immagine di Napoli a quell'alto livello umanistico che - chi opera intellettualmente sa - al di là dei preconcetti, ha sempre avuto. Quando, non solo la classe politica ma anche una parte del mondo imprenditoriale partenopeo ("... e parte napoletano" diceva Totò) ha oscurato, inquinato ed ingiurato le menti ed i bei luoghi di una città straordinaria, allora, la scelta della Cgil di rivalutare patrimoni deliziosi diventa la risposta al marcio ed allo schifo di feste urlate, di facce unte, di strette di mano viscide, di tante vane promesse, tutte "spacciate" per popolari, quando di popolare c'è solo la disoccupazione, la delinquenza e quella malinconica musica che ci commuove. È il momento di unire alla commozione per Napoli l'impegno e la qualità per prodotti particolari, unici, perché di questa città unica; non più consolazione ma cultura, quella vera, di Napoli. Grazie a questa occasione ho voluto dare inizio ad una collana Fonè denominata "Napoli Homage". La musica ha una valenza politica: offro tutta la mia passione perché questo valore pervada i suoni di Napoli!
Giulio Cesare Ricci, editore fonè
Scheda tecnica