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I RANTZAU

CD n. 1
Atto I

1. Preludio
2. È tornato allegro il sole (Coro)
3. Oh, maestro! (Coro, Fiorenzo)
4. Hai ragione, Luisa (Giulia, Luisa)
5. O che lite, che grida (Fiorenzo, Giacomo, Coro)
6. Non un ricordo, ahimè! (Luisa)

Atto II

7. Preludio
8. C'era una volta un re (Luisa)
9. Luisa! a che pensavi? (Gianni, Luisa)
10. Kyrie Eleison (Coro)
11. Hanno cessato! (Lebel, Gianni)
12. Luisa ora verrà (Fiorenzo)
13. Mi volete maestro? (Luisa, Fiorenzo)
14. Mamma adorata (Luisa, Fiorenzo, Gianni)
15. Ed è la figlia mia (Gianni)
16. O babbo ascoltami (Luisa, Gianni)

CD n. 2
Atto III

1. Acqua limpida che brilli (Coro)
2. O maestro, sentite... (Coro, Fiorenzo, Giulia)
3. Per farle allontanar quanto penai! (Fiorenzo, Giacomo)
4. Non chiesi questo a voi. Amo Luisa (Giorgio, Giacomo)
5. Lo vedete, Fiorenzo? (Giacomo, Fiorenzo)
6. Quando volevano ci dividessero (Giorgio)
7. E Luisa ti vuol bene? (Fiorenzo, Giorgio, Lebel)
8. Udite, udite (Coro)
9. Avete inteso? (Fiorenzo, Coro)
10. Ed essa vuol morir (Gianni, Giacomo)

Atto IV

11. Intermezzo
12. Vegliai la notte intera (Fiorenzo)
13. Non gridate... son guarita (Luisa, Fiorenzo)
14. O babbo, babbo! (Giulia, Luisa)
15. Vieni qui, stringiti qui sul mio petto (Giorgio, Luisa)
16. Parlami. La tua voce mi fa bene... (Luisa, Giorgio)
17. I giorni miei posso finir contento (Fiorenzo)
18. A me quel foglio (Giorgio)
19. Troppo a lungo ho taciuto (Giorgio)

PRESENTAZIONE

Dopo Cavalleria Rusticana e L’Amico Fritz, delle quali il C.E.L. -Teatro di Livorno ha curato le rappresentazioni in occasione del loro centenario, nelle stagioni liriche ‘90 e ‘91, nel ‘92 è stata la volta deI Rantzau, terza opera in ordine cronologico del compositore livornese. Riproporla dopo la prima, avvenuta a Firenze nel novembre 1892, risollevandola così da un oblio quasi assoluto (la sua ultima rappresentazione risale alla fine del secolo scorso), risponde ad un preciso intento culturale, senza piegarsi alla moda ricorrente delle celebrazioni fini a sé stesse. Riteniamo infatti che il teatro di Mascagni sia stato compresso in un solo titolo da troppo tempo per essere definitivamente conosciuto e apprezzato. Vanno pertanto ricercate e create le condizioni che favoriscano una sua piena e convincente riproposizione critica. Ripercorrere l’iter creativo di Mascagni, tentando di rendere evidenti i vari momenti della maturazione artistica del suo personalissimo linguaggio musicale è forse il migliore omaggio che la città possa tributargli. Questo si inserisce in un più generale discorso di conoscenza e valorizzazione non solo della figura e dell'opera mascagnana, ma di un periodo storico-culturale fra i più fertili nei vari campi dell'arte (in pittura, in musica, in letteratura) che vide Livorno ben presente nel panorama europeo. Dalla metà dell’Ottocento agli inizi del XX secolo assistiamo ad una complessa temperie culturale che troverà compiuta espressione nel periodo macchiaiolo, nello stile liberty, nel verismo e nel decadentismo. I Rantzau nascono quindi in un’epoca particolarmente feconda anche per il teatro d'opera: fra il 1892 e il 1893, a pochi mesi di distanza, si hanno infatti le prime dei lavori di Leoncavallo (I Pagliacci), di Catalani (La Wally), di Giordano (Mala Vita), di Cilea (Tilda), di Franchetti (Cristoforo Colombo), di Puccini (Manon Lescaut) e di Verdi (Falstaff). Rispetto a queste opere I Rantzau non ebbe una grande fortuna, non entrarono mai in repertorio, pur possedendo pagine di grande fascino, dalle melodie coinvolgenti. È per questo che invitiamo ad ascoltare con attenzione un'opera così poco nota, realizzata per la prima volta nel nostro secolo nella sua versione integrale.

Marco Bertini Presidente del C.E.L. Teatro di Livorno

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