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Konzertstucke in fa minore op. 113 no. 1 per clarinetto fagotto e pianoforte

1. Allegro [2’30”]
2. Andante [3’23”]
3. Presto [2’20”]

F. MENDELSSOHN

Konzertstucke in re minore op. 113 no. 2 per clarinetto fagotto e pianoforte

4. Presto [1’54”]
5. Andante [2’46”]
6. Allegretto grazioso [3’30”]

E. CAVALLINI

7. Adagio e tarantella per clarinetto e pianoforte [5’37”]

A. PONCHIELLI

8. Capriccio per oboe e pianoforte [10’47”]

A. TANSMAN

Sonatina per fagotto e pianoforte

9. Allegro con moto [3’18”]
10. Largo cantabile [2’52”]
11. Scherzo [2’24”]

F. POULENC

Trio per pianoforte, oboe e fagotto
12. Presto [5’20”]
13. Andante [3’27”]
14. Rondò [3’08”]

Durata totale: 54’22” 

CREDITS Concept, recorded and produced by Giulio Cesare Ricci

Felix MENDELSSOHN - Konzertstiicke Op. 113 e Op. 114 per clarinetto, fagotto e pianoforte

Composti originariamente per clarinetto e corno di bassetto, con dedica ai clarinettisti Beyermann padre e figlio, questi Konzertstiicke rientrano nella produzione "minore' del musicista di Amburgo: minore, non certo per il valore musicale, ma per una struttura formale meno ampia, per svolgimenti meno articolati e rigidamente classici, per una maggiore libertà rispetto ad opere quali il Sestetto per archi Op. 110 (del 1824) o il giovanile Ottetto Op. 20. In ogni caso, la loro bellezza risiede proprio nella profondità di sintesi della struttura unitaria, contraddistinta dall'alternanza Allegro - Adagio -Allegro raccolti in un unico movimento. Di carattere brillante, questi Konzertstiicke di Mendelssohn richiedono agli esecutori particolari doti virtuosistiche ed interpretative, soprattutto negli Adagi centrali, momenti di grande lirismo e slancio romantico.

Ernesto CAVALLINI - Adagio e Tarantella per clarinetto e pianoforte

Ernesto Cavallini è stato uno dei più famosi clarinettisti italiani del suo tempo: ha ricoperto il ruolo, per circa 20 anni, di primo clarinetto dell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Ha insegnato al Conservatorio di Pietroburgo e svolse il ruolo di primo clarinetto alla corte dello Zar di Russia. Buon esecutore ed eccellente interprete, ispirò il compositore Giuseppe Verdi nel famoso "solo" del terzo atto dell'Opera "La Forza del Destino". L'Adagio e Tarantella ha chiare origini operistiche e fa parte di un notevole numero di composizioni dedicate al clarinetto che Cavallini usò eseguire spesso nei suoi concerti.

Amilcare PONCHIELLI - Capriccio per oboe e pianoforte

Amilcare Ponchielli, cremonese, è noto soprattutto quale compositore di Opere e come maestro di Mascagni e Puccini. "I promessi sposi", "I lituani" con i quali "sfonda" alla Scala, ma specialmente "La gioconda", dicono del clima "scapigliato" e "veristico" in cui la sua musica nacque e da cui trasse l'ispirazione: l'enfasi declamatoria del sentimento, ma anche l'autenticità di un lirismo di volta in volta eroico e desolato, insieme a ricerche tese ad innovazioni del colore orchestrale o dei vecchi schemi del pezzo chiuso e simmetrico. Vissuto in un'epoca di grande fervore operistico (suoi contemporanei sono Verdi, Boito, Catalani), non deve però stupire il suo interesse, il suo "provarsi" con la musica strumentale, curiosità non nuova al periodo: si pensi, per esempio, al Concerto in mi bemolle di Bellini, o a quello per corno inglese di Donizetti, suoi immediati predecessori; e non a caso tutti e tre uniti nell'interesse per uno strumento dal suono intenso e melanconico in cui le possibilità timbriche sembrano le più vicine al cantare della voce umana. Il "Capriccio", del Ponchielli operista ha molto: la forma libera dell'introduzione, il "capriccioso" intrecciarsi di motivi elegiaci con quelli drammatici - ma sempre sostenuti da una aperta cantabilità - ed infine il lirismo melodrammatico del tema principale, a cui seguono, in libero avvicendamento, una variazione, intermezzi e finale nei quali lo strumentista ha modo di dispiegare tutte le sue capacità virtuosistiche.

Alexandre TANSMAN - Sonatina per fagotto e pianoforte

Compositore, pianista e direttore d'orchestra polacco, naturalizzato francese, Tansman fu amico di Ravel, Milhaud e Honegger. Musicista particolarmente versatile, formato nello stile impressionista francese, giunse più tardi - attraverso sofferte esperienze - alle soglie del neoclassicismo stravinskiano, senza dimenticare le radici folkloristiche della sua terra d'origine. Composta nel 1957, la Sonatina per fagotto e pianoforte fa parte di un folto gruppo di composizioni per strumenti a fiato dedicate per lo più agli eccellenti virtuosi francesi del nostro secolo. In tali lavori, grazie alla bravura degli "strumentisti-ispiratori", vengono portate all'estremo le possibilità tecniche.ed espressive degli strumenti a fiato. Nell'Allegro con moto iniziale, Tansman fa uso delle varie possibilità del ritmo sincopato per dare un forte sapore jazzistico al brano che si chiude con il fagotto solo in forma di recitativo. L'Aria che segue è sicuramente il momento più ispirato della Sonatina, dove il Largo cantabile mette in risalto la "voce" struggente e melanconica del fagotto. Il Presto finale ("Scherzo") è invece un vero e proprio dialogo tra il fagotto ed il pianoforte, fatto di note ribattute e di intervalli ampi, suonati velocissimamente e "staccato".

Francis POULENC - Trio per pianoforte, oboe e fagotto

Composto nel 1926, il Trio per pianoforte, oboe e fagotto, dedicato a Manuel De Falla, è il primo pezzo importante di musica da camera di Poulenc. Apparentemente spontaneo, questo brano è invece il frutto di una elaborata costruzione: "...per quelli che mi credono poco attento all'aspetto formale, non esiterò a spiegare i miei segreti: il primo movimento segue l'impianto di un Allegro di Haydn, mentre il Rondò finale ha l'impostazione dello Scherzo del 2.o Concerto per pianoforte ed orchestra di Saint-Saéns; Ravel mi ha sempre consigliato questo genere di metodo che lui stesso ha sempre seguito". Questo Trio è composto da tre movimenti: una breve introduzione, solo apparentemente drammatica, sfocia in un Presto caratterizzato da una energica linea musicale che si sviluppa appena. L'Andante, che ha l'aria di una confidenza in cui il musicista si lascia andare al lirismo, è una delle più belle pagine di Poulenc, che qui rivela la sua poesia più profonda, degna di Schubert. É il pianoforte che espone il tema elaborato successivamente dal fagotto prima e dall'oboe poi. L'intero movimento è Stefano Canuti, nato a Parma nel 1961, ha cominciato a studiare il fagotto all'età di 17 anni, ma il suo primo approccio con la musica avviene all'età di 8 anni grazie allo studio della chitarra classica. Si è diplomato a pieni voti in fagotto sotto la guida di Ovidio Danzi. In seguito, ha ottenuto il suo primo incarico con l'Orchestra del "Maggio Musicale Fiorentino", dove ha ricoperto il ruolo di primo fagotto per un'intera stagione concertistica. In questo periodo incontra Klaus Thunemann, con il quale studierà per due anni e comincerà a indirizzarsi verso il repertorio solistico. Le esperienze orchestrali lo hanno portato a suonare con direttori di grande fama quali Metha, Giulini, Pretre, Chung, Maazel. Dal 1987 Stefano Canuti si dedica soprattutto al repertorio solistico per il suo strumento, ed alla musica da camera. Questa scelta lo porta a suonare in tutto il mondo e con musicisti quali Gallois, Pay, De Peyer, Vernikov e altri, e con orchestre quali "I Solisti Veneti", "I Virtuosi di Mosca", la "Minneapolis Symphony Orchestra". Nel 1993 è stato invitato a Minneapolis e l'anno dopo a Bloomington, a partecipare, in qualità di solista, al "International Double Reed Conference", dove ha eseguito, tra altre cose, un inedito programma di fantasie d'opera. É docente di fagotto al Conservatorio di Musica di Castelfranco Veneto. Stefano Canuti suona su un fagotto FOX. Umberto Fanni ha iniziato lo studio del pianoforte con la Prof.ssa Ludovica Costa Pane presso il Conservatorio di Musica di Cagliari e si è diplomato, con il massimo dei voti, la lode e menzione speciale, al Conservatorio di Musica di Brescia, sotto la guida del Mo Agostino Orizio. In seguito, si è perfezionato con il Mo Harry Datyner al Conservatorio Superiore di Musica di Ginevra. Ha al suo attivo un'intensa attività concertistica presso importanti associazioni musicali in Italia ed all'Estero, sia in veste di solista che in quella di camerista. Ha partecipato a numerosi Concorsi Pianistici Nazionali ed Internazionali ottenendo, fra l'altro, il primo premio assoluto al "Città di Caserta", al Festival Internazionale di Bardolino ed al Premio "Manta 1988". Nel 1987 ha fondato, in collaborazione col direttore d'orchestra Piercarlo Orizio, la "Giovane Orchestra da Camera Italiana" (ora "Sinfonietta Italiana") e suona inoltre in duo con il violinista Stefano Succi, con il quale si è esibito per importanti associazioni musicali come la Società dei Concerti di Milano e l'Ente Teatro Comunale di Treviso. Umberto Farmi si dedica inoltre ad una costante attività didattica ed organizzativa ed è Assistente alla Direzione Artistica del famoso gruppo de "I Solisti Veneti" diretti da Claudio Scimone. Ha effettuato numerose registrazioni per la RAI e Radiouno. Incide per la Casa Discografica fonè, per la quale ha già pubblicato un compact disc con musiche di Wolfgang Amadeus Mozart (Concerto in la maggiore K 488 per pianoforte e orchestra).

SALOTTOVIRTUOSO - 9505 - Hi-Res Audio - Classical

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