F. LISZT (1811-1886)

Années de pèlerinage, deuxième année : Italie

1.    Sonetto 47 del Petrarca

2.    Sonetto 104 del Petrarca

3.    Sonetto 123 del Petrarca

 

F. CHOPIN (1810-1849)

F. LISZT (1811-1886)

4.    Six Chants polonais (dall’op 74)

Mädchens Wunsch

Frühling

Das Ringlein

Bacchanal

Meine Freuden

Die Heimkehr

 

J. BRAHMS (1833-1897)

Sonata in fa minore, op. 5

5.    Allegro maestoso

6.    Andante espressivo

7.    Scherzo: Allegro energico

8.    Intermezzo “Rückblick”: Andante molto

9.    Finale: Allegro moderato ma rubato

Registrato il 21 maggio 1986 al Teatro Grande, Brescia; configurazione bi-microfonica ad effetto di campo (Studio Fonè).

Recording engineer: Giulio Cesare Ricci.

Direttore di produzione: Giulio Cesare Ricci.

 

NIKITA MAGALOFF 

Nato a Pietroburgo nel 1912, iniziò gli studi in Finlandia (dove si era rifugiato con la famiglia dopo la rivoluzione del 1917) sotto la guida di Alessandro Siloti, allievo di Liszt e cugino e professore di Rachmaninoff. Trasferitosi in seguito a Parigi, studiò con Isidor Philipp diplomandosi all’età di 17 anni con un Primo Gran Premio. Fu in questa occasione che Maurice Ravel ebbe a dire di lui: «È nato un grande musicista, veramente straordinario». Conseguì i primi successi internazionali con il violinista Joseph Szigeti e, dopo l’interruzione degli anni della guerra, fu uno dei primi artisti a suonare a Parigi e poi, nel 1947, a dare concerti negli Stati Uniti. Innumerevoli gli avvenimenti rilevanti della sua carriera, fra cui si ricordano la prima esecuzione della «VII Sonata» di Prokofiev, l’esecuzione del «Capriccio» di Strawinsky sotto la direzione dell’autore, «tournées» in Europa, USA, Giappone e Israele, frequenti e regolari presenze nelle giurie dei più prestigiosi concorsi internazionali (Leeds, Varsavia, Bruxelles, Lucerna), attento com’è al manifestarsi di talenti nuovi tra le giovani generazioni. Ha inciso musiche di Liszt, Tchaikowsky, Weber, Strawinsky, Brahms, Granados e, ultimamente, per la Philips, tutta l’opera di Chopin, autore di cui Nikita Magaloff è tra gli interpreti insuperabili, opera che egli ha anche presentato, in cicli di cinque rècitals, in tutte le più importanti città europee.

Frédéric Chopin (1810.1849) / Franz Liszt (1811-1886)

Six Chants Polonais (dall'op. 74) 

Il secondo "Anno di pellegrinaggio" dedicato all'Italia è giudicato nel suo insieme il più importante dei tre. L'intera Annata fu pubblicata nel 1858 preceduta da due redazioni, che risalgono rispettivamente al '37 ed al '49. Nella presente incisione vengono proposti i tre Sonetti del Petrarca il cui ingresso nell'opera lisztiana risale intorno al 1838 come Lieder per voce e pianoforte e chevennero poi egregiamente trascritti per pianoforte solo. Anche in quest'occasione Liszt rivela una maestria eccezionale nell'arte della trascrizione, intesa come autentica ricreazione di una scrittura e di un linguaggio nuovo, in relazione al nuovo mezzo espressivo. Esemplare l'aderenza ai testi poetici che cantano il primo incontro con la donna amata (Sonetto 47), l'amore infelice e i dissidi intimi dell'animo del poeta (Sonetto 104) e l'apparizione della donna angelica simbolo della bellezza ideale (Sonetto 123). 16 canti polacchi dell'op. 74 di Chopin (S. 480) composti nel 1847, furono riveduti e pubblicati nel '60. Sono dedicati alla principessa Maria di Hohenlohe, figlia della principessa Carolyne Sayn-Wittgenstein. Sono sei dei 17 canti che compongono l'opera originale di Chopin composta tra il 1829 e il '47 e pubblicata dieci anni dopo. Come per i Lieder di Schubert, la scelta di Liszt cade sui testi di maggiore presa emotiva e di maggiore bellezza melodica, che come sempre Liszt sa legare tra loro con discreti legami tonali e sottili trapassi di atmosfera. Nell'ordine scelto da Liszt i Canti sono: 1. Desiderio di fanciulla con cui si apre anche la raccolta di Chopin; 2. Primavera (op. 74 n. 2); 3. L'anellino (op. 74 n. 14); 4. Brindisi (op. 74 n. 4); 5. La mia diletta (op. 74 n. 12); 6. Il fidanzato (op. 74 n. 15). Ancora una volta Liszt si fa apprezzare come trascrittore, rispettando l'intimismo chopiniano e mantenendo una mano leggera nella scrittura pianistica.

Johannes Brahms (1833-1897) Sonate in fa minore, op. 5

Schumann nell'ottobre 1853 salutava con entusiasmo dalle pagine della "Neue Zeitschrift far Musik" l'astro nascente del giovane Brahms, allora ventenne. Appunto in quel periodo il compositore di Amburgo completava, componendo il primo, il terzo e il quinto movimento (secondo e quarto erano già composti prima del fatidico arrivo in casa Schumann), la sua Sonata in fa minore, destinata a restare l'ultima, oltreché la più importante delle sue tre per pianoforte solo. La firma "Kreisler iunior" in fondo al manoscritto dice molto sul suo impegno morale a continuare nel solco tracciato dell'autore di Kreisleriana... La dedica della Sonata è alla contessa von Hohenthal. Gli insoliti cinque tempi, sembrano riallacciarsi alla tradizione arcaica dei “Divertimenti”. La sequenza dei movimenti alterna tempi mossi e lenti, questi ultimi legati dall'identità del materiale tematico. E anche all'interno di uno stesso movimento, in particolare del primo tutto basato sul continuo fluire sonoro del tema principale, appassionatamente vibrante, scopriamo Brahms già avviato a gettare le basi di quella particolare tecnica compositiva - detta dello sviluppo continuo - che diverrà caratteristica delle sue Sinfonie. Evidente pure, qui, come nel resto della Sonata, la ricerca di uno spessore sonoro quasi orchestrale. La notturna, contemplativa atmosfera romantica del celebre Andante si ricollega agli altrettanto suggestivi Adagi delle Sonate op. 1 e 2 e riscatta, con il suo pathos intenso ma puro e trattenuto, il tono sentimentale dei versi di Sternau ad esso premessi: Der Abend dämmert, das Mondlicht scheint, Da sind zwei Herzen in Liebe vereint Und halten sich selig umfangen. (Cala la sera, risplende la luce della luna: ecco due cuori uniti nell'amore, e restano abbracciati, felici). Versi che riflettono il solitariomomento esistenziale attraversato allora da Brahms. Lo Scherzo, ritmicamente scandito, è una tipica creazione brahmsiana, mentre nel Trio prevale una nostalgica cantabilità. Diversamente dalla tradizione classica Brahms inserisce a questo punto, come quarto movimento, un Intermezzo cui dà il titolo "Rückblick" ("Sguardo retrospettivo, rimembranza") che riecheggia, nella più cupa tonalità di si bemolle minore, il tema dell’Andante. Il finale, strutturato come unRondò ha un tema principale ritmicamente stagliato cui si affiancano, con effetto singolare, due motivi secondari, liricamente cantabili. Il secondo di questi motivi (in re bemolle) darà luogo ad una vasta elaborazione polifonica e contrappuntistica (fin d'allora questi procedimenti si dimostrano congeniali alla severità brahmsiana). Infine una brillante coda ove ricompare anche il tema principale, conclude in un clima di trionfale euforia questo monumentale lavoro. 

Anna Bergonzelli

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