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TRACKLIST

Quintetto a fiati in sol minore, allegro

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi

 

Quintetto a fiati in sol minore, andante con variazioni

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi

 

Quintetto a fiati, allegro moderato

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi

 

Quintetto a fiati, romanza

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi

 

Quintetto a fiati, finale

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi 

 

Petite offrande musicale

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi 

 

Dialogo IV per cinque strumenti a perdifiato

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi

 

Musica da camera per quintetti di fiati, allegro

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi

 

Musica da camera per quintetti di fiati, adagio

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi

 

Musica da camera per quintetti di fiati, allegro molto

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi

 

Musica da camera per quintetti di fiati, moderato

M. Conti, P. Pollastri, G. Riccucci, P. Carlini, P. Faggi

 

QUINTETTO A FIATO DEL ‘900

L'incontro di musicisti già affermati presso importanti Istituzioni italiane, (Solisti Veneti, ORT - Orchestra della Toscana, Orchestra da Camera di Padova e del Veneto) e accomunati dall'interesse per il repertorio cameristico, ha portato alla nascita del Quintetto a Fiato del ‘900. Avvalendosi della collaborazione del M°G. Garbarino, il Quintetto a Fiato del '900 ha debuttato nel 1987 per l'Estate Musicale Fiesolana, imponendosi rapida- mente all'attenzione del pubblico e della critica. Enzo Restagno, presentando un loro concerto presso l'Accademia Musicale Chigiana, ha sottolineato l'importanza del lavoro svolto dal gruppo per la divulgazione del repertorio del Novecento e la collaborazione con compositori al fine di accrescere l'interesse e li repertorio di questa formazione.

I QUINTETTI

I due quintetti degli albori del '900 (Respighi e Ghedini) e i tre quintetti composti attorno agli anni '50 (G. F. e R. Malipiero, N. Rota) sono indicativi di due momenti importanti per la rinata musica strumentale italiana: la ricerca di nuove strade più consone ad una sensibilità mutata e la fase di realizzazione matura ma inquieta, scaturita da disparati percorsi intellettuali. I musicisti italiani attivi all'inizio del secolo, prese le distanze dall'opera sempre trionfante, sentirono l'esigenza di doversi svincolare dall'ormai esaurito sistema tonale e anche dal tardo romanticismo sinfonico europeo (che cercarono comunque di studiare a fondo ed in qualche modo di recuperare); spesso fecero ricorso alla tra- dizione italiana pre-romantica sia per ricercare gli antichi orientamenti sia per trarre insegnamento dal magistero dei grandi. Ottorino Respighi scrisse li "Quintetto a fiati" non ancora ventenne (la pubblicazione è successiva), quando era studente di composizione a Bologna sotto la guida di L. Torchi e G. Martucci. La sua prima produzione musicale piuttosto che una ricerca verso nuove strade sembra essere una riflessione sugli insegnamenti rigorosi dei maestri, pur vivificati con fantasia. Giorgio Federico Ghedini compose li suo "Quintetto" più o meno alla stessa età di Respighi, poco prima di studiare a Bologna, dove poi si diplomò in composizione con M. E. Bossi. Il periodo della produzione giovanile di Ghedini è caratterizzato dall'esplorazione della tradizione, da cui trarre stimoli per il presente; nel quintetto si rileva il formarsi di una personalità dall'indole pacata, ancora costretta inuna struttura musicale piuttosto convenzionale. Nino Rota, allievo di A. Casella a cui è dedicato questo breve quintetto, fu un musicista dalla personalità molto singolare. La sua musica è spesso “gioviale" (se possiamo prendere a prestito l’aggettivo voluta da Rota per le sue Variazioni per Orchestra): egli usa melodie accattivanti su ritmi ed armonie raramente contorti, creando atmosfere solo apparentemente ingenue e mai sentimentali. Nell’ "Allegro" centrale della sua "Petite Offrande Musicale" riecheggiano poi stilemi tipici di Casella. Gian Francesco Malipiero fu coetaneo di Respighi (anch’egli, infatti, è annoverato fra i compositori della cosiddetta "generazione dell'ottanta") e si mosse con determinazione verso il rinnovamento della musica tramite lo studio approfondito della musica italiana rinascimentale e barocca, di cui fu anche trascrittore. Il "Dialogo IV per 5 strumenti a perdifiato "fa parte di una serie di otto Dialoghi, composti in età matura e considerati tra i suoi capolavori. Si tratta di brani dall'organico vario: mentre alcuni di essi sono nati da stimoli letterari, il Dialogo IV nasce invece da aspetti della strumentazione e l'effetto gaio dell'ensemble nasconde una grande perizia tecnica.Riccardo Malipiero, nipote del precedente, scelse invece la strada della Dodecafonia, di cui fu uno dei massimi esponenti italiani. La tecnica dodecafonica insieme ad una felice invenzione melodica si è concretizzata in varie pagine di musica da camera, spesso designata con nomi antichi, tra le quali spicca il "Quintetto a fiati", anch'esso appellato in modo sobriamente generico.

Presentazione a cura di Mariarosa Pollastri

QUINTETTOFIATO - 9001 - Hi-Res Audio - Classical

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