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Lodoletta - P. Mascagni
CD n.1 
Atto I

1. Introduzione: Cercalo, cercalo (I Bimbi)
2. Grazie comari (Antonio)
3. Attenti. Prima la riverenza (Antonio)
4. Comari! Comari! Guardate! (La Pazza)
5. Una moneta d’oro!... (Antonio)
6. Di con che a far denari (Antonio)
7. Comari! Comari, che corsa! (Lodoletta)
8. Serenata delle fate (I Bimbi)
9. Ah! Cogliete le rame! (Lodoletta)
10. Lodoletta, la mamma t’ha mandato (Giannotto, Lodoletta)
11. Povero Antonio! (Comari)
12. Una bimba che piange? (Fammen, Lodoletta)
13. Mi trovò piccina (Lodoletta, Flammen)
14. Bimba, non piangere! (Flammen. Lodoletta)
15. Assopita!... (Flammen)

Atto II

16. Introduzione
17. Oggi sarai finita (Lodoletta)
18. All’alba di novembre (Le Olandesine)
19. Bu! Bu! Bu! (I Bimbi, Lodoletta)
20. Che mattinata grigia! (Flammen, Lodoletta)
21. Ah! La mia grazia? (Flammen)
22. Non c’è nessuno.... (I Bimbi, Lodoletta)
23. Perché? Perché? Vanard? (Lodoletta, Giannotto)
24. Tu non dovresti piangere, Giannotto (Lodoletta, Giannotto)
25. Nessuno! Respiro! (Flammen)
26. Signor Flammen, lasciatemi! (Lodoletta, Flammen)
27. Se il fior della purezza è còlto, muore (Lodoletta, Flammen)

CD n.2
Atto III

1. Introduzione
2. L’anno muore (Una voce)
3. Tempo di valzer
4. E quando mezzanotte scocca (Una voce)
5. Ah! Lasciami.... (Flammen, Franz)
6. Se Franz dicesse il vero! (Flammen)
7. Ah! Ritrovarla nella sua capanna (Flammen)
8. No! No! Non è più Flammen! (La Brigata, Franz, Maud)
9. Ah! Il suo nome! (Lodoletta)
10. Sono vicina a lui e posso dirgli (Lodoletta)
11. No, non è la sua casa!... (Lodoletta)
12. Bimbi del mio villaggio (Lodoletta)
13. Flammen! Pietà, pietà! (Lodoletta)
14. E quando mezzanotte scocca (Una voce)
15. Ah! Che cosa c’è? (Flammen)

RECORDING DATA Recording date September 1994
Recorded at Teatro La Gran Guardia, Livorno
Recording supervisor and sound engineer Giulio Cesare Ricci
Editing Michele Lippi
General producer Giulio Cesare Ricci
Microphones Nuemann U47 e U49
Advanced Mike Pre-amplifier NAGRA
Digital tape recorder Sony 20 Bit
Analog tape recorder Studel J37
Pre -amplifier Jeff Rowland CONSONANCE
Power amplifier Jeff Rowland MODEL 1
Monitor speakers B & W 801 series III
Cables power and signal Audioquest COBALT and LAPIS

Dopo un triennio consacrato alle celebrazioni dei centenari delle opere giovanili di Pietro Mascagni (l990: Cavalleria Rusticana; 1991: L’Amico Fritz, 1992: I Rantzau, riproposti nella versione integrale in prima ripresa moderna) e una stagione -quella del ‘93 - imperniata su una ricognizione storico-critica dell’opera verista e sui rapporti d’interferenza fra i maggiori esponenti della Giovane Scuola Toscana (Mascagni, Puccini, Catalani), la stagione lirica 1994 del CEL - Teatro di Livorno ha puntato sul proseguimento del Progetto Mascagni, iniziato nel 1988, e sulla riscoperta della produzione operistica meno nota del musicista livornese. L’impegno si è quindi concentrato sulla rivisitazione di un’opera dell’ultima fase creativa di Mascagni, quella Lodoletta che fu rappresentata per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma nel 1917 sotto la direzione dell’autore, protagonista Rosina Storchio, lo stesso soprano che nel 1904 aveva tenuto a battesimo alla Scala la pucciniana Madama Butterfly. Opera un tempo quasi “di repertorio” e fra le più amate del teatro mascagnano -è stata fra l’altro fra le predilette di grandi interpreti del passato: da soprani come Gilda Dalla Rizza, Bianca Bellincioni Stagno, Juanita Caracciolo, Mafalda Favero, Toti Dal Monte, Iris Adami Corradetti e Margherita Carosio, a tenori come Beniamino Gigli, Tito Schipa e Giuseppe Campora -Lodoletta sancì la prima collaborazione di Mascagni con uno dei maggiori librettisti e uomini di teatro del suo tempo, Giovacchino Forzano: collaboratore di Gjacomo Puccini per Suor Angelica e Gianni Schicchi, nonché futuro librettista dell’'ultimo grande successo popolare del compositore livornese Il piccolo Marat. Il soggetto e tratto da un romanzo edificante di una nota scrittrice inglese di fine Ottocento, Due zoccoletti di Ouida, e fu lungamente “corteggiato” anche da Puccini. L’interesse della riproposta Lodoletta risiede quindi, oltre che nel fascino intrinseco della partitura -una delle più raffinate, ardite e “novecentesche” di un Mascagni giunto, dopo le esperienze mature e complesse del sontuoso e crudele decadentismo di Isabeau (libretto di Illica) e di Parisina (libretto di D’Annunzio), alla fase più delicata della sua creatività -anche nel fatto che essa esprime una sorta di momento di congiunzione e di affinità poetiche fra il musicista livornese e il collega rivale lucchese, di cui proprio il 1994 ha celebrato il settantesimo anniversario della morte. Un Mascagni incline all’esplorazione dell'anima e dell’eros femminile di segno pucciniano e particolarmente propenso a fonde re l'intimismo crepuscolare già sperimentato nei giovanili Fritz e Rantzau con una lucidità di segno e un gusto realistico di lacerante modernità: il grande monologo finale della protagonista, con la toccante melodia del celebre assolo “Flammen perdonami” nota al pubblico degli appassionati e dei collezionisti grazie, oltre che alle registrazioni storiche di alcune delle interpreti sopra citate, alle più recenti esecuzioni discografiche di Renata Scotto e Mirella Freni, ne è la testimonianza più convincente. Di qui la decisione del CEL di riproporre quest’opera apparentemente così fragile con una lettura di taglio più aspro, asciutto, tale da evitare le leziose smancerie della più vieta tradizione; di qui la scelta di un direttore di collaudata esperienza nel melodramma italiano del Novecento come Massimo De Bernart e di una firma registica come quella di Piera Degli Esposti, attrice legata alla temperie del teatro naturalista e decadente rivissuta però con gusto tutto moderno (grazie al rigore e al magistero registico di uomini di teatro come Giancarlo Cobelli e Massimo Castri), che con la Lodoletta livornese ha felicemente esordito nellaregia d’opera. Nel suo atteso debutto Piera Degli Esposti ha avuto al suo fianco uno scenografo e costumista raffinato originale e creativo come Ivan Stefanutti, che con le stagioni liriche del CEL ha stabilito da anni un felice sodalizio (Cavalleria rusticana e La Lupa del ‘90; L’Amico Fritz del ‘91;IRantzau del ‘92).Dalla terna De Bernart -Degli Esposti -Stefanutti è sortita una Lodoletta più tragica che lirica, più allucinata e spettrale che sdolcinata e bamboleggiante; e nonostante una visione interpretativa così poco attratta dalle tentazioni del sentimentalismo, è arrivata ugualmente al cuore del pubblico, che l’ha acclamata, e ha entusiasmato anche molti critici. In questa chiave di lettura la giovane compagnia di canto si è calata con convinzione; in particolare la delicata e temperamentosa protagonista Giovanna De Liso, che ha ottenuto un clamoroso successo personale, imponendosi fra le più interessanti interpreti veriste dell’attuale panorama canoro italiano. Alla realizzazione di Lodoletta hanno partecipato la Camerata Musicale -complesso che ha visto la fusione di elementi delle orchestre operanti negli ultimi anni nelle stagioni liriche di Pisa e di Livorno - e il Coro Artisti Associati guidati dal giovane maestro Stefano Visconti. Da sottolineare infine che Lodoletta tornava ad essere rappresentata in un teatro italiano dopo più di trent’anni: se l’opera era stata riproposta recentemente in un teatro statunitense (la New Jersey Opera), la sua ultima rappresentazione in Italia risale al 1963, anno dell’ultima esecuzione livornese effettuata al Teatro Goldoni.

ALBERTO PALOSCIA

Direttore artistico Stagione Lirica del CEL-Teatro di Livorno

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