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Transformations and Transfigurations

1 Sonatina Brevis. In signo Johannis Sebastiani Magni Kind. 280 (1918)

4 Elegien Kind. 249 (1907)
2 Nr. 2 All’Italia. In modo napolitano (Andante barcarolo)
3 Nr. 1 Nach der Wendung. Recueillement (Sostenuto, quasi Adagio)
4 Nr. 4 Turandots Frauengemach. Intermezzo (Andantino sereno - Più vivo e distaccato e ritmato)
5 Nr. 7 Berceuse (Andantino calmo)

6 Sonatina super “Carmen” Kind. 284 (1920) Kammer-Fantasie über Bizets Carmen

7 Choral Vorspiel über ein Bachsches Fragment Kind. 256a (1912)

8 Nuit de Noel. Esquisse pur le piano Kind. 251 (1908)

9 Toccata. Preludio - Fantasia - Ciaccona Kind. 287 (1920)
Quasi Presto, arditamente - Sostenuto, quasi Adagio - Allegro risoluto

La figura leonardesca di Ferruccio Busoni si staglia imponente nel panorama musicale a cavallo dei due secoli. Un’attività frenetica di uomo e di musicista fu la caratteristica che l’accompagnò per tutta la sua vita e il suo genio universale gli permise di raggiungere vette artistiche assolute, anche se spesso misconosciute. Il suo virtuosismo, impressionante per velocità e potenza ma mai vistoso o fine a se stesso, e la sua avanguardistica e originalissima immaginazione musicale furono leggendari. Fin dalla giovinezza fu adorato dal pubblico, lasciando spesso sconcertati i critici. Le sue composizioni, le tarde in special modo, sono da annoverarsi tra le più significative e geniali del suo tempo: non solo i lavori per pianoforte ma anche e soprattutto quelli per orchestra e per il palcoscenico operistico ebbero un influsso notevole su un’intera generazione di musicisti. Si adoperò sinceramente per divulgare attraverso esecuzioni, revisioni e articoli critici le opere dei compositori a lui contemporanei (come quelle di Arnold Schoenberg, che lo succedette nella cattedra di composizione alla Musikakademie di Berlino). La sua formazione letteraria e il suo spirito sottile e acuto gli consentirono di approntare i libretti per le proprie opere ed intrattenere rapporti epistolari con le maggiori personalità del suo tempo, oltre al dare alle stampe alcuni fondamentali scritti. Il più significativo di questi, l’Abbozzo di una nuova estetica della musica del 1907, contiene geniali intuizioni circa il sistema dodecafonico, la microtonalità, nuovi sistemi di notazione e persino accenni di musica elettronica. Egli fu pure ispiratore di nuovi strumenti, come il pianoforte viennese Bösendorfer modello Imperial impiegato per quest’incisione, e in origine per lui costruito. Gli anni che vanno dal 1895 al 1907 segnano una pausa di riflessione nella produzione per pianoforte di Busoni. Quasi il sopravvento sulla composizione ebbero i notevolissimi impegni di concertista, che fecero tuttavia maturare un linguaggio nuovo, espresso per la prima volta dalle Elegie. Con esse inizia il periodo artistico più fruttuoso e stimolante, da Busoni stesso definito “terzo stile”, e i cui lavori non sono più contrassegnati dal numero d’opus. I nuovi mezzi espressivi delle Elegie scaturiscono dalle tardoromantiche sonorità brahmsiane e lisztiane raffinate però da nuove, geniali intuizioni di carattere impressionista ed espressionista. Gli esperimenti sonori, semplici accordi tonali contrapposti a dissonanze stridenti, tonalità pura accanto a bitonalità costituiscono la maggiore rivelazione delle Elegie. All’Italia, un omaggio al paese natale ricco di citazioni di canzoni popolari, mostra l’uso espressivo delle dissonanze, di tonalità sovrapposte e l’accostamento di cangianti colori pianistici quasi debussiani (per questa registrazione si è impiegata la versione inedita del finale approntata per Egon Petri nel 1917). L’Intermezzo Turandots Frauengemach (Il gineceo di Turandot) è uno dei brani più noti di Busoni. La celeberrima melodia di “Greensleeves”, con il suo ambiguo andamento tonale, ben si adatta alle nuove concezioni musicali. Nach der Wendung (Dopo la Trasformazione), similmente, esprime il suo carattere di enigmatico notturno attraverso la tensione rilasciata dall’alternarsi delle tonalità di do e fa diesis, tra di loro molto lontane, lungo tutto il brano. La Berceuse getta uno sguardo ulteriore nella visione dell’universo estetico busoniano: il concetto di eternità, della cosiddetta “Onnipresenza del Tempo”. Molto vicina alle Elegie si colloca la Nuit de Noël, con i suoi impressionistici colori, imitazioni di campane e canti natalizi. Nel 1910 vede la luce la più ampia e importante composizione per pianoforte di Busoni: la Fantasia contrappuntistica, che poggia le sue basi sull’Arte della Fuga di J. S. Bach. Il Choral Vorspiel über ein Bachsches Fragment (Preludio al Corale su un Frammento Bachiano) di due anni dopo rappresenta una sorta di versione minore della Fantasia Contrappuntistica, basata approssimativamente sugli stessi temi ma di dimensioni minime. Per ammissione del compositore stesso, il brano fu concepito più per scopo didattico che per l’esecuzione in pubblico. Il termine Sonatina si riferisce alle dimensioni e alla forma, non alla difficoltà delle stesse. Il ritorno a schemi compositivi semplici e chiari (da Busoni codificati nella sua idea di “nuova classicità”) e il carattere spesso intimo delle Sonatine sono in palese contrasto con le composizioni precedenti. La Sonatina Brevis. In signo Johannis Sebastiani Magni è in verità un libero arrangiamento della Fantasia e Fuga in re minore BWV 905, quasi un omaggio al grande Giovanni Sebastiano in margine alla gigantesca opera di revisione delle opere per Clavier effettuata da Busoni per Breitkopf in quegli anni. La più conosciuta delle Sonatine, la Sonatina super “Carmen” nulla ha in comune con le parafrasi su arie d’opera lisztiane. Le celebri melodie di Bizet non vengono mortificate e volgarizzate, bensì trattate come temi autonomi nell’ambito della pur libera forma sonata. Una sottile ironia e senso d’amarezza pervadono la brillante tessitura musicale: singolare è la chiusa, tragica e ironica. Le ultime composizioni sono in stretto rapporto con l’incompiuta opera teatrale di Busoni, il Doktor Faust, in cui i temi furono spesso sviluppati e maturati nei lavori per pianoforte. La Toccata è il suo ultimo lavoro importante per pianoforte. Il brano è impregnato dei temi e delle tinte forti e scure del Doktor Faust, la costruzione tripartita consiste di sezioni monolitiche, ben delimitate, in cui non è difficile riconoscere aspetti faustiani (Preludio) e mefistofelici (Ciaccona) contrapposti a quelli lirici. La severità e la tensione nervosa, unite all'incredibile difficoltà tecnica, rendono la Toccata uno dei vertici assoluti della produzione di Ferruccio Busoni. Il motto frescobaldiano vergato accanto al titolo è un monito agli esecutori, la cui verità era ben nota a Busoni: “Non è senza difficoltà che si arriva al fine”.

Giuseppe Mariotti

BUSONI2 - 9512 - Hi-Res Audio - Classical

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